Vale la pena ed è fondamentale imparare a leggere, nonostante non sia un fatto naturale e richieda fatica, perché, come osserva Pellai: il libro usa la parola,
“un codice simbolico astratto che richiede una traslazione delle nostre reti neuronali e quindi un lavoro di astrazione. La lettura va prima al piano alto del cervello, poi si sposta al piano basso, mentre le narrazioni per immagini partono dal piano basso e possono solo successivamente stimolare pensieri e arrivare alla costruzione di significati più profondi. […] Allenare le funzioni alte del cervello, stimolare un pensiero riflessivo e critico passa attraverso il mondo della lettura. Leggere un libro non è solo aprire una porta verso nuovi mondi, entrare nelle storie di persone diverse. Il libro è anche un incredibile atlante che costruisce i significati con cui poi accediamo alla nostra vita reale da adulti. […] quando noi leggiamo costruiamo reti neuronali che tengono insieme le parti emotive e le parti cognitive del cervello, costruiamo integrazione, consapevolezza, il cervello si è costruito così.”
La lettura della letteratura aiuta lo sviluppo sociale ed emotivo. Per esempio, i personaggi nei romanzi di alta qualità spesso rappresentano background, contesti differenti, sia riguardo la situazione economica, sia per le etnie diverse, le zone del paese lontane e singolari, o le aree del mondo in cui la vicenda si svolge.
L’esposizione alla diversità può aiutare l’empatia dei giovani per gli altri, la tolleranza per la differenza e lo sviluppo della sensibilità emotiva.
Essere esposti a differenti sfondi sociali e culturali, a punti di vista differenti, può anche aiutare i giovani a superare l’egocentrismo adolescenziale e ad ampliare la gamma emozionale, il che a sua volta giova alle loro interazioni con compagni, insegnanti e genitori.
Questo grande inventario di possibilità è un modo stupendo per dire agli adolescenti che si tratta solo di capire in che storia siamo immersi ed eventualmente di riscriverla come più ci piace.