La cura a questo malessere moderno la dobbiamo trovare noi partendo dall’utilizzo che facciamo dei social e costruendoci delle difese dai numeri e dal bombardamento che il web ci butta addosso: imparando a non credere a tutto quello che vediamo, sviluppando un senso critico; guardandoci dentro e facendoci domande – “In che valori credo? Cosa ho da offrire? Cosa mi fa stare bene?” -, smettendo di seguire chi posta cose che ci fanno sentire vuoti o indignati, scegliendo con cura di che tipo di contenuti nutrirci, “decondizionando” il pensiero da quello altrui, trovando la nostra voce zittendo tutte le altre, spegnendo il rumore degli altri, sbattendocene del loro giudizio, “depecorizzandoci”; coltivando gli affetti e le nostre relazioni faccia a faccia, parlando, discutendo, conversando e, soprattutto, rimanendo noi stessi sia online che offline.
Se vogliamo sopravvivere alla società digitale e insegnarlo ai nostri figli, il modo per rimanere noi stessi, infatti, è spegnere tutto il più a lungo possibile e mantenere un alto livello di consapevolezza quando si riaccende il telefono e si entra nel Matrix dei social.
Il progetto di Sara Melotti: Quest for Beauty